Aicon rischia il fallimento Stop a Piazza Affari

1 decade ago 17

Aicon dice addio alla borsa. La società messinese che realizza e commercializza imbarcazioni di lusso, inclusi i cosiddetti 'megayatch', suite galleggianti di lunghezza superiore ai 24 metri, è stata sospesa a tempo indeterminato dalle contrattazioni a Piazza Affari.

Troppa l'incertezza sul futuro dopo il fallimento della ricapitalizzazione da parte di Airon, l'azionista di riferimento di Aicon. Dei 3 milioni di euro promessi per ridare un pò di ossigeno alla società dal patron Pasquale Siclari, che detiene il 68% del capitale, ne sono arrivati solo 300 mila. Denari, ha scritto ieri sera Aicon in una nota, "non sufficienti ad assicurare la liquidità di funzionamento".

Da qui la decisione del consiglio di amministrazione, in presenza di uno "stato di insolvenza", di dare mandato ai legali di valutare "soluzioni alternative al fallimento" nonchè la possibilità di adottare "azioni nei confronti dell'azionista di maggioranza" per le promesse non mantenute.
Aicon, che impiega poco meno di 400 dipendenti, era sbarcata in borsa il 4 aprile del 2007, tra i titoli 'ad alti requisiti' del segmento Star, approfittando dell'entusiasmo che contagiava allora i listini. Le azioni vennero vendute a 4,1 euro, per una capitalizzazione di quasi 450 milioni, contro gli 0,12 euro di due giorni fa (il 97% in meno), segno che la borsa aveva già scontato il 'quasi fallimento'.

D'altra parte i conti del produttore di yatch di lusso facevano acqua da tutte le parti. L'ultimo bilancio si è chiuso (si fa per dire, visto che a un anno di distanza i conti devono essere ancora approvati in via definitiva) con un fatturato consolidato di 11 milioni di euro e una perdita di 32 milioni, rosso che fa seguito a quella di 17 milioni dell'anno precedente, per colpa - scrivono gli amministratori nel bilancio della "crisi che ha colpito l'economia internazionale in generale e il mercato della nautica in particolare". Numeri lontani da quelli del 2007, quando il cantiere messinese fatturava 126,9 milioni e segnava un utile di 17 milioni.

Ma l'avventura borsistica di Aicon è stata anche costellata da guai con la Consob. L'autorità di vigilanza sui mercati aveva multato nel 2009 il cda, la società e Unicredit, banca che curato la quotazione, per irregolarità sul contenuto del prospetto informativo. E aveva impugnato davanti al Tribunale di Milano il bilancio 2007 perchè ritenuto non conforme ai principi contabili internazionali.

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